Salvare il sogno europeo e far crescere l’Europa dei cittadini

UN VOTO per SALVARE il SOGNO EUROPEO e per FAR CRESCERE L’EUROPA dei CITTADINI

Tra il 22 e il 25 maggio prossimi tutti i Paesi dell’Unione Europea saranno chiamati a eleggere

il nuovo Parlamento europeo. Sarà l’occasione per dare all’Europa una vera direzione politica

basata su scelte democratiche, un’occasione per superare gli egoismi dei singoli stati che si

rifiutano di accettare qualche diminuzione di sovranità a vantaggio del bene collettivo? In altre

parole, può essere l’occasione per avere più Europa, un’Europa davvero vicina ai cittadini?

Alle donne e agli uomini che entreranno nel Parlamento europeo chiediamo di adoperarsi per

rilanciare il senso dell’Europa e il sogno comune su cui la sfida europea ha trovato fondamento.

Occorre che il Parlamento europeo – in relazione alle altre istituzioni comunitarie e in stretto

rapporto con gli Stati membri dell’UE – approvi norme che facciano sentire l’Europa nel

quotidiano, ad esempio continuando a promuovere gli scambi culturali a tutti i livelli (progetti

Comenius, Erasums…) e la pratica dei gemellaggi, sostenendo iniziative concrete per favorire

l’occupazione, adottando provvedimenti inclusivi a livello sociale e in grado di contrastare

la povertà, avviando reali politiche comuni in settori strategici, realizzando una significativa

convergenza delle imposizioni fiscali ecc.

L’Europa deve essere in sé – e deve essere sentita – vicina dai cittadini, punto di riferimento per

tutta una serie di competenze che nessuno degli stati che la compongono, può adeguatamente

esercitare. Si pensi alla vicenda recente della detenzione in India dei due marò italiani. Solo

quando il caso è stato preso in carico dall’Europa le autorità indiane hanno cominciato a

considerarlo in modo diverso. Nel mondo globalizzato nessuno stato europeo da solo è in grado

di reggere alla concorrenza politica ed economica degli stati tradizionalmente dominanti, come

gli Stati Uniti, la Russia o il Giappone, ma neppure a quella degli stati emergenti (Cina, India,

Brasile…).

Non si può negare che l’Europa di oggi non riesca a scaldare i cuori. Ci sono, è vero, molte

ragioni per essere delusi, anche in Italia, dove il sentimento filo-europeo è sempre stato forte.

L’Europa è percepita sempre più come l’Europa delle banche e degli scambi commerciali o,

tutt’al più, come un direttorio diseguale di Governi nazionali. Anche gli aspetti positivi non sono

comunicati ai cittadini nel modo migliore e accentuano un senso di rifiuto.

In vista delle elezioni europee della sola domenica 25 maggio è opportuno fare qualche riflessione

su questo stato di cose, che non può essere sottovalutato.

Ma ci sono, a ben vedere, altri aspetti da considerare. L’unificazione europea ha portato grandi

vantaggi al nostro continente: non sono più scoppiate guerre tra

stati, la secolare inimicizia tra Germania e Francia è stata superata, le controversie tra gli stati

europei si sono risolte pacificamente e la possibilità di commerciare e muoversi liberamente,

con la conseguente maggiore reciproca conoscenza, ha fatto cadere stereotipi negativi che

caratterizzavano i rapporti tra stati e cittadini. I singoli stati hanno poi dovuto sovente adeguarsi

a normative più favorevoli ai cittadini per decisioni assunte a livello europeo. L’Unione Europea,

quando ha parlato con una sola voce, ha rappresentato un fattore di pace in diverse parti del

mondo, dal Medio Oriente al Mediterraneo e ora chiediamo che ciò avvenga con decisione e

tempestività nella crisi Ucraina. Molte di queste iniziative non sono però entrate nel sentire

comune degli europei, vuoi per una scarsa informazione, vuoi perché troppo spesso i mezzi di

comunicazione hanno sottolineato più le innegabili debolezze delle normative europee che non

i vantaggi politici, sociali ed economici che da esse scaturiscono.

Da un po’ di tempo l’idea d’Europa è in ribasso e si moltiplicano le voci di coloro che vorrebbero

l’uscita dall’euro o addirittura l’uscita dall’Unione Europea. Purtroppo questo avviene – anche

se con livelli ben diversi tra un paese e l’altro – un po’ ovunque in Europa, con lo sviluppo di

movimenti populisti, che fanno appello a una insoddisfazione nei confronti del processo di

unificazione europea, e in particolare nei confronti dell’euro, considerato causa di molti mali,

senza peraltro proporre alternative credibili sul piano politico ed economico che siano all’altezza

delle grandi sfide che pone la nostra era globale.

Dunque, la posta in gioco in queste elezioni è molto alta e ci si augura una forte partecipazione

dei cittadini. Si tratta di salvare la «casa comune», che raggruppa popoli diversi, ma legati

fra loro da una civiltà millenaria, fondata su una pluralità di storie, di tradizioni e di culture.

L’Unione Europea è un’esperienza unica, che in varie parti del mondo viene presa a modello.

Starà agli elettori ora e agli eletti poi fare in modo che tutto il patrimonio ideale costruito

insieme dal dopoguerra a oggi non vada perduto, con danni incalcolabili per l’Italia e per tutta

l’Europa. L’esercizio consapevole del voto il prossimo 25 maggio può dunque rafforzare un

rinnovato protagonismo dei cittadini per costruire un’Europa migliore, più “efficace” e vicina alla

vita della gente.

ACLI Provincia di Milano e Monza-Brianza

AMBROSIANEUM. Fondazione Culturale

AZIONE CATTOLICA AMBROSIANA

CENTRO ITALIANO FEMMINILE (Lombardia)

CITTA’ DELL’UOMO. Associazione fondata da Giuseppe Lazzati

FONDAZIONE “G. LAZZATI”

Milano, 7 aprile 2014