L’Unione europea tra gli scaffali. Una bibliografia ragionata
Mentre l’Unione europea si accinge ad affrontare alcuni nodi strutturali del processo di integrazione continentale (il vertice di Copenaghen del dicembre scorso ha dato il via libera all’ampliamento dell’Ue da 15 a 25 Stati membri), si evidenzia un fiorire della pubblicistica che ruota attorno alle grandi tematiche europee. Non si tratta, naturalmente, di una novità assoluta, quanto piuttosto di un’accelerazione del fenomeno, quasi parallela a quella impressa alle vicende dell’Unione. Hanno visto così la luce in numero crescente fra il 2001 e il 2002, libri più o meno corposi, articoli su riviste scientifiche e sui giornali, opuscoli di varia «caratura», ricerche e sondaggi, senza trascurare il moltiplicarsi delle tesi di laurea.
Una Unione che cresce, seppur a fatica
Gli argomenti da studiare e approfondire legati all’Unione europea sono veramente numerosi: basti citare quelli relativi al piano istituzionale, a quello giuridico e all’economico; per non parlare della storia dell’integrazione o del rapporto tra istituzioni comunitarie e Stati aderenti; per giungere alle tematiche di più recente acquisizione comunitaria, come il lavoro, la sicurezza dei cittadini, la tutela dell’ambiente, l’immigrazione. Probabilmente l’accresciuto interesse degli studiosi denota una più diffusa «coscienza europeista», tanto in Italia quanto negli altri paesi membri e fra quelli «candidati» all’adesione. «Coscienza europeista» che non si può tradurre immediatamente in un nuovo ed efficace «euroentusiasmo», quanto piuttosto nella considerazione – maturata forse prima fra i cittadini che fra gli studiosi e la stessa classe politica – che di un’Europa più coesa ed efficiente non si possa ormai fare a meno.
Tale Europa si rivela d’altro canto ancora fragile, «in divenire»; ha dinanzi un lungo cammino, irto di difficoltà e di contraddizioni, che giunge ora ad affrontare, come sostiene Pasquale Ferrara, almeno due passaggi cruciali: «Quello della quantità, quello della qualità. La quantità è la tensione verso un allargamento, un ampliamento che, entro forse un decennio, sposterà i “confini” europei sin sull’altopiano anatolico. La qualità è la ricerca di un “approfondimento” delle ragioni dell’integrazione, l’eliminazione di quelle aree di interna disintegrazione sociale, economica, politica, etica, che lacerano il tessuto connettivo dell’Europa» . Allo stesso modo Romano Prodi, durante la sessione inaugurale della Convenzione europea (Bruxelles, 28 febbraio 2002), ha delineato quattro sfide prioritarie che l’Ue deve affrontare prima di ogni altro aspetto giuridico-istituzionale: «Innanzitutto, dobbiamo assumerci, come europei, la nostra responsabilità su scala mondiale, al servizio della pace e dello sviluppo. […] Dobbiamo poi, in quanto europei, difendere un modello di società equilibrato, capace di conciliare benessere economico e solidarietà. Il nostro benessere e il nostro stesso stile di vita sono, infatti, strettamente legati all'equilibrio tra crescita, giustizia sociale e difesa dell'ambiente. E le nostre capacità di creare sviluppo e occupazione dipendono dalla moneta unica e dal mercato unico, a loro volta basati su un sistema comune di regole. In quanto europei dobbiamo inoltre garantire la libertà nel pieno rispetto dei principi di sicurezza. […] Infine, noi europei, dobbiamo scommettere sul futuro per fare dell'Europa un polo di influenza intellettuale, scientifico e di innovazione» .
L’Unione dei «Quindici», chiamata al contempo ad affondare le proprie radici e ad ampliare gli orizzonti, non è peraltro un’«isola» né un soggetto in movimento entro un quadro statico. Come ha ben sottolineato Jacques Delors – lungimirante presidente della Commissione di Bruxelles fra gli anni ’80 e ’90 – l’Unione europea «si trova oggi al centro di differenti tensioni: quella tra il locale e il globale, tra la tradizione e la modernità, tra il breve periodo e il lungo periodo, tra il materiale e lo spirituale» . L’Unione europea alle soglie del terzo millennio sembra dunque impegnata, fra innegabili successi e ripetuti passi falsi, ad affrontare grandi problemi istituzionali (come far funzionare le istituzioni di una «casa comune» ampliata da 15 a 25 Stati membri), a rinnovare e a rafforzare la propria identità (il compito affidato alla Convenzione e la volontà di pervenire a una vera Costituzione dell’Ue), nonché ad avvicinare le istituzioni ai popoli, per un vero protagonismo dei cittadini, per accrescere la partecipazioni politica e il consenso democratico attorno all’Unione .
Non solo storia ed economia
In questo quadro, il moltiplicarsi degli studi attorno all’Unione europea si sviluppa su diverse direttrici. Vi è un filone storico, teso a far luce sui processi d’integrazione: l’interesse prevalente appare concentrato sulle vicende istituzionali, sui trattati, sullo sviluppo delle politiche comuni e sull’acquis communautaire. Non mancano ricerche che assegnano maggiore attenzione allo sviluppo dell’«idea di Europa», mentre ancora carenti sono gli studi storici sui processi di «avvicinamento» tra i popoli, attraverso fatti e vicende di carattere sociale, culturale, artistico, scientifico, religioso.
Un altro «pilastro» della ricerca e delle pubblicazioni più recenti attorno all’Ue è certamente costituito dall’economia. Sull’euro, sull’Unione economica e monetaria, sul ruolo della Banca centrale europea, i contributi degli studiosi italiani (così come di quelli stranieri) sono andati moltiplicandosi sin dai primi anni ’90, per giungere a un vero e proprio boom con il varo della moneta unica . Sul piano economico si segnalano approfondimenti anche sui «costi dell’allargamento», sulle necessarie revisioni della politica agricola comune, sulle politiche previdenziali e su quelle infrastrutturali oppure sul sostegno finanziario allo sviluppo delle regioni più arretrate. Ulteriori ambiti in cui sembra registrarsi una più lenta «proliferazione» degli studi sono quello giuridico e quello della politica estera e delle relazioni internazionali: la complessità e talvolta la novità delle materie da affrontare sono ostacoli oggettivi, che necessitano però di essere superati, data l’importanza di questi settori per gli assetti futuri dell’Unione.
Una gran mole di pubblicazioni (un discorso a sé meriterebbero articoli e ricerche presenti in innumerevoli siti Internet) spazia poi tra gli argomenti più vari. Abbiamo così nuove biografie di uomini politici di «caratura» europea, studi sui movimenti federalisti e su associazioni europeiste di diversa ispirazione e rilevanza. Sono finalmente in numero crescente i saggi che trattano di diritti e doveri nell’Ue, della «vita quotidiana» nell’Unione e delle possibilità offerte ai cittadini dalle istituzioni di Bruxelles, Strasburgo e Lussemburgo: in questo senso si muovono i contributi sulla Carta dei Diritti fondamentali (varata nel dicembre 2000), sui giovani europei (analisi prevalentemente di taglio sociologico), sugli «stili di vita» (famiglia, lavoro, studio, tempo libero, viaggi…), sulle opportunità culturali, sulla tutela dei consumatori e sulla salvaguardia dell’ambiente.
Si avverte però, nel complesso, una certa carenza di studi interdisciplinari e ancora una sottostima della collaborazione fra studiosi delle varie nazionalità europee: uno degli obiettivi del «biennio di fuoco» 2003-2004 che l’Unione europea ha di fronte a sé (Convenzione, Conferenza intergovernativa, Costituzione, allargamento, rinnovo del Parlamento europeo e della Commissione) potrebbe proprio essere quello di favorire e sostenere le ricerche, i convegni, le pubblicazioni che nascono da un più serrato confronto fra studiosi provenienti dai 25 Paesi dell’Ue di domani.
Curiosando in libreria
Volendo, dopo questa lunga premessa, segnalare alcuni titoli presenti in libreria, si potrebbe iniziare dai volumi che consentono uno sguardo complessivo sull’Unione europea di oggi, sulle politiche comunitarie e sui problemi di maggior urgenza che l’Ue è chiamata ad affrontare nel breve-medio periodo. In questo senso si veda P. S. Graglia, L’Unione europea. Uno spazio politico ed economico per 370 milioni di cittadini, Il Mulino, Bologna, 2002, pp. 132 (cenni storici, istituzioni, politiche comunitarie, l’Europa e gli altri). Originale e «vissuto» il vocabolario per conoscere più a fondo l’Ue di A. Foresi-M. Sensini, L’abc dell’Europa, Città Nuova-Rai Eri, Roma, 2002, pp. 316. Altro libro di questo tipo è la Guida del cittadino europeo, Bruno Mondadori, Milano, 2002, pp. 368. Interessante anche lo sguardo a tutto campo in F. Bilancia, L'Europa, Laterza, Bari-Roma, 2002, pp. 186 (l'Unione europea e le sue istituzioni, gli strumenti di azione, l'integrazione economica e monetaria, i diritti dei cittadini).
Per capire più a fondo le grandi linee di sviluppo della politica in ambito Ue occorre fare riferimento a P. Ferrara, Non di solo euro. La filosofia politica dell’Unione Europea, Città Nuova, Roma, 2002, pp. 292, nonché a Una nuova anima europea, a cura di G. Paterniti, Ave, Roma, 2002, pp. 123 (con una lunga intervista della curatrice a Romano Prodi, una serie di brevi notizie sull’Ue e, in appendice, numerosi discorsi del presidente della Commissione europea). In questo senso si vedano pure T. Padoa Schioppa, L’Europa forza gentile, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 192 e L. Caracciolo-E. Letta, Dialogo interno all’Europa, Laterza, Bari-Roma, 2002, pp. 121. Uno sguardo d’insieme sulle istituzioni europee si trova in S. Gozi, Il governo dell’Europa, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 272. Sulla moneta unica e sull’Unione economica e monetaria si può segnalare, tra i vari titoli, L. Bini Smaghi, L’euro. Farsi un’idea, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 140.
Interessante risulta pure il recente lavoro di A. Quadrio Curzio, Sussidiarietà e sviluppo. Paradigmi per l'Europa e per l'Italia, Vita e Pensiero, Milano, 2002, pp. 309. L’economista dell’Università Cattolica fonda le sue riflessioni su due categorie, quella di «liberalesimo sociale» (libertà, ma anche responsabilità dell’intrapresa economica) e quella già nota di «federalismo solidale». Con questo apparato di metodo – e insistendo molto sui concetti di sussidiarietà e di solidarietà – l’autore rilegge il rapporto tra la situazione economica e istituzionale italiana e comunitaria, facendo luce sui prossimi appuntamenti che attendono l’Ue: la stesura del Trattato costituzionale, le riforme, l’allargamento, il completamento dell’Unione economica e monetaria.
Contributi significativi sul piano degli sviluppi politici dell’Unione, realizzati anche mediante studi di settore o convegni, sono: D. Sidjanski, Per un federalismo europeo. Una prospettiva inedita sull’Unione europea, Franco Angeli, Milano, 2002, pp. 117; Quale Europa dopo l’euro, a cura di R. Chiarini, Laterza, Bari-Roma, 2002, pp. 164; Europa: verso quale integrazione? (Europe: what kind of integration?), a cura di G. Casale, Franco Angeli, Milano, 2002, pp. 497. Un ampio lavoro di ricerca è stato invece promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde e pubblicato da Il Mulino, riguardante in particolare il processo di costituzionalizzazione avviato all’interno dell’Unione europea. La collana, intitolata «Verso la costituzione europea», comprende sette volumi in cui sono raccolti studi curati dall’Istituto Luigi Sturzo, dalla Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, dalla Fondazione Istituto Gramsci, dalla Fondazione Nova Res Publica e dal Centro di Ricerche in Analisi Economica, Economia Internazionale, Sviluppo Economico. All’opera hanno contributo decine di studiosi italiani e stranieri, che hanno focalizzato numerosi aspetti dell’integrazione comunitaria: dai modelli costituzionali al federalismo, dai diritti di cittadinanza allo sviluppo economico, dai «costi» dell’allargamento al rapporto fra istituzioni dell’Ue e Stati aderenti. Ricchissimi, naturalmente, l’apparato documentario e la bibliografia su ciascun tema affrontato. Ecco le indicazioni relative ai singoli volumi: Costituzionalizzare l’Europa ieri e oggi, a cura di U. De Siervo, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 350; La difficile Costituzione europea, a cura di U. De Siervo, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 346; Una Costituzione senza Stato, a cura di G. Bonacchi, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 532; Dall’Europa a Quindici alla Grande Europa. La sfida istituzionale, a cura di S. Guerrieri, A. Manzella, F. Sdogati, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 495; Modelli giuridici ed economici per la Costituzione europea, a cura di A.M. Petroni, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 321; Profili della Costituzione economica europea, a cura di A. Quadrio Curzio, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 552; Cittadinanza e identità costituzionale europea, a cura di V. E. Parsi, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 258.
Di notevole interesse alcuni studi di taglio statistico che tendono a delineare i contorni di un continente in fase di profonde trasformazioni economiche, demografiche, sociali, di costume. A questo riguardo cfr.: Rapporto sullo stato dell’Unione Europea 2002, a cura di F. Kostoris Padoa Schioppa, Il Mulino, Bologna, 2002, pp. 353; R. Ippolito, Vivere in Europa. Un confronto in cifre, Laterza, Bari-Roma, 2002, pp. 194.
Tra le pubblicazioni di storia dell’Ue emergono due testi noti, aggiornati e nuovamente ripubblicati: G. Mammarella-P. Cacace, Storia e politica dell’Unione europea, Laterza, Bari-Roma, 2002, pp. 361; B. Olivi, L’Europa difficile. Storia politica dell’integrazione europea 1948-2000, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 679. Una pubblicazione di taglio divulgativo si deve invece a L. Rapone, Storia dell’integrazione europea, Carocci, Roma, 2002, pp. 127. Tra le biografie dedicate ai «padri dell’Europa» si può segnalare la traduzione di un volume tedesco: J. Wahl, Robert Schuman. Sognatore politico, architetto d’Europa, Edb, Bologna, 2001, pp. 192. Studi recenti, di carattere storico ma certamente meno «divulgativi», si devono ancora a: A. Landuyt-D. Preda, I movimenti per l’unità europea 1970-1986, Il Mulino, Bologna, 2000, 2 voll.; F. Zucca, Autonomie locali e federazione sovranazionale. La battaglia del Conseil des Communes et Régions d’Europe per l’unità europea, Il Mulino, Bologna, 2001, pp. 377. Dal canto suo L’orgoglio di essere cittadini europei, Vallecchi-Voices, Firenze-Milano, 2002, pp. 205, è un omaggio agli interventi «europeisti» del presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Un contributo che mette in luce la vocazione europeista delle organizzazioni confessionali è Chiese, associazioni, comunità religiose e organizzazioni non confessionali nell'Unione europea, a cura di A.G. Chizzoniti, Vita e Pensiero, Milano, 2002, pp. 248 .
Per comprendere più a fondo gli ultimi sviluppi delle politiche comunitarie e il processo di unificazione si rivelano preziosi i numerosi articoli apparsi su alcune riviste italiane: non è possibile citarli tutti, ma si può segnalare almeno l’attenzione particolare che dedicano a questo tema le riviste «Affari esteri», «Aggiornamenti sociali», «La civiltà cattolica», «Internazionale», «Limes», «Il Mulino», «Il Regno». Sono infine disponibili numerose pubblicazioni curate dalle stesse istituzioni comunitarie e tradotte in tutte le lingue ufficiali dell’Ue. Si tratta per lo più di opuscoli che presentano le istituzioni stesse, la loro storia e le attività di competenza, le politiche settoriali dell’Ue. Sono generalmente reperibili nelle sedi italiane delle istituzioni (Commissione europea Rappresentanza in Italia, Roma e Milano; Parlamento europeo Ufficio per l’Italia, Roma). Indicazioni utili si trovano nel sito ufficiale www.europa.eu.int.
